Justin Ramsden, senior model designer della multinazionale danese, ha ricreato il fortino dei folletti per i fan della saga. 25 anni dopo il primo libro, gli appassionati continuano a rivivere la magia, tra libri, gaming e mattoncini
Riassumere 25 anni di storia in un solo set Lego sarebbe impossibile. Occorrerebbe una di quelle magie per studenti minimo del quinto anno. Eppure per essere un’opera da babbani quali tutti noi – ahi noi – siamo, quella della Gringott che va a completare il mega set di Diagon Alley vale almeno 100 punti per i Grifondoro. La saga di Harry Potter ha appena scollinato il quarto di secolo e gli appassionati continuano a rivivere quelle avventure rileggendo i libri, godendosi le maratone dei film tra autunno e inverno, videogiocando a Hogwarts Legacy. Ma spegnete i device per qualche ora e provate a toccare questa passaporta, che vi porterà dritti nel cuore della Gringott, là dove sono state scritte alcune delle pagine più belle di Harry Potter. Un luogo che affascina e inquieta, per le magie e gli intrighi che custodisce. I folletti vi faranno entrare, non preoccupatevi. Lasciate stare la pozione Polisucco. Vi basterà montare quasi 5mila mattoncini Lego.
Qualcuno ha scassinato la Gringott
Si chiama Banca dei Maghi Gringott – Edizione del Collezionista l’ultima creazione della multinazionale danese ispirata all’universo di J.K. Rowling. Un set che arriva dopo quello di Hogwarts. «Quando nel 2020 abbiamo realizzato il set Lego di Diagon Alley sapevamo che a mancare era la Gringott. E la volevamo perché tutto avesse senso». Justin Ramsden, senior model designer di Lego, ha raccontato così a StartupItalia l’origine del set, un’opera già pronta nella mente dei creativi, ma che ha necessitato di qualche anno in più e lo studio strutturale per costruirla.
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«Abbiamo iniziato a giocare su diversi schizzi, facendo sembrare il tutto come se fluttuasse, con una forma ad albero. Ci abbiamo messo un paio di anni». Un lasso di tempo che rende l’idea di quanto lavoro ci sia dietro, di quanto non bastasse conoscere a memoria tutti i dettagli (e sono molti) di quella fetta di mondo potteriano.
Prima di tornare a Justin proviamo a rendervi l’idea di quante citazioni ci siano nel set Lego della Gringott. Parliamo anzitutto della banca fondata nel 1474 dall’omonimo folletto, in fondo a quella stretta via di botteghe che anima Diagon Alley. Al suo interno Lego ha ripreso in miniatura tutto quel che fa di questa banca un fortino. Troviamo i marmi bianchi, l’enorme lampadario, le colonne che recano i segni del tempo, e gli alti banchi sui quali troneggiano i folletti, indaffarati tra carte e documenti.
La Gringott della Lego è sviluppata su più piani e dall’esterno ha la medesima forma sbilenca dei film, una costruzione che pare sul punto di cadere. Un babbano potrebbe pensare a una casa di buffi fantasmi, e mai si sognerebbe che alle sue fondamenta dorme, legato, un terribile Forteventre ucraino. Sì, un drago. Non poteva poi ovviamente mancare la Cascata del Ladro, che rivela qualsiasi incantesimo o magia per smascherare i malintenzionati.
Nel set Lego che abbiamo iniziato a descrivere dall’alto troviamo sotto il pavimento marmoreo della banca i binari che conducono alle camere blindate. Come la camera “lei sa quale” (la 713), in cui il Custode delle Chiavi e dei Luoghi ad Hogwarts Hagrid recupera la pietra filosofale nel primo libro, mentre Harry inizia già a immagazzinare informazioni che gli saranno preziose per le sue avventure da matricola.
Quanti libri in un set?
Nel set Lego il team di designer non si è però fossilizzato sui primi attimi trascorsi alla Gringott. I fan sanno bene che nella banca Harry, Ron ed Hermione avranno un compito molto importante da portare a termine. Ne I doni della morte – Parte 2 il trio entra nella banca con Hermione trasformatasi temporaneamente nella temibile Bellatrix Lestrange, nel tentativo di raggiungerne la camera blindata e trovare la Coppa di Tosca Tassorosso, uno degli Horcrux da distruggere per uccidere voi-sapete-chi.
«Nel caveau hanno vissuto così tante avventure – torna a raccontarci Justin – è il luogo in cui Harry conserva la sua fortuna. È quindi una parte così integrante della storia che abbiamo pensato che se l’avessimo persa, l’avrebbero persa i fan. E inoltre, volevamo realizzare qualcosa di mai visto prima». Per chi ha spazio in soggiorno o nel proprio covo nerd ci sono due opzioni: il set può essere scomposto, mettendo l’edificio e i sotterranei separati; anche se noi caldeggiamo per la soluzione torreggiante molto ad effetto.
Anche perché rende onore alla fatica dei designer. «Il nostro lavoro è ancora molto fisico e tattile: ad alcuni piace molto fare schizzi con carta e penna, ad altri piace invece inserirli direttamente nel computer, quasi come un progetto architettonico. Io verso i mattoncini sul pavimento, mi metto in ginocchio e ci gioco, perché è quello che fa il consumatore». Sviluppatasi nel corso degli anni della pandemia, l’idea del set della Gringott ha viaggiato molto anche grazie al digitale. «Saltiamo tra fisico e digitale, e siamo abbastanza bravi a farlo. Dopo i lockdown siamo diventati molto più efficienti nell’online». Ma per fare il designer il suggerimento da dare a un giovane qual è? «Prendi la matita, disegna molto, disegna cose noiose e assicurati di essere creativo e di trovare il divertimento nel creare cose normali. E poi, non appena sarai abbastanza grande, fai domanda per un lavoro in Lego».