A sorpresa, in questa calda estate Rockstar ci porta tra i fuorilegge del selvaggio West
In molti hanno fatto la loro conoscenza con la saga western di Rockstar Games tardivamente, incuriositi dalle recensioni altisonanti del secondo capitolo. Probabilmente sono i più fortunati, perché narrativamente parlando Red Dead Redemption II è il prequel del primo episodio e di fatto serve a conoscere il passato di tutti i personaggi che nel gioco uscito tredici anni fa rappresentavano i rivali del protagonista.
Red Dead Redemption su Switch, recensione e genesi del mito
Non a caso, l’inizio di Red Dead Redemption coincide con la fine di Red Dead Redemption II, una gradita sorpresa per tutti coloro che hanno speso almeno una sessantina di ore a spasso per la Frontiera, prima in compagnia del compianto Arthur Morgan, quindi del brigante John Marston.
Due eroi in un unico titolo, RDR2. Un gioco nel gioco, come pure un passaggio di consegne generazionale che segna nel modo più iconico e drammatico la fine di un’epoca, quella del banditismo, dei cowboy randagi che sopravvivevano assaltando treni e diligenze e apre le porte alla costruzione degli Stati americani così come li conosciamo oggi.
Banditi e romanticismo
Ai tempi del “buon” Dutch van der Linde far perdere le proprie tracce dopo una rapina in banca o in un saloon era fin troppo facile: fazzoletto ben aderente al naso si lasciava ogni centro abitato alle spalle e si spariva tra le gole dei canyon o i monti innevati, proseguendo la propria corsa verso Ovest o verso Sud. E i cartelli con la scritta Wanted ingiallivano sotto il sole. Le taglie da migliaia di dollari lentamente sbiadivano. Chi avrebbe sfidato un mondo abitato da puma, orsi, serpenti a sonagli dietro la ricompensa di un premio?
Ma quando John Marston incontra un branco di lupi (un incontro che lo segnerà per sempre, nel vero senso del termine) quel mondo non esiste più: gli spazi bianchi sulla mappa dell’enorme continente americano vanno via via riducendosi e c’è una nuova agenzia di detective che inizia a perseguire reati oltre i confini degli Stati, la Pinkerton National Detective Agency, non dando tregua nemmeno a chi cerca riparo nelle zone più remote e inospitali del Paese.
Fuga per la libertà
La storia di Red Dead Redemption II infatti non è eroica, ma un penoso inseguimento ai danni di un gruppo di malviventi braccati ovunque come volpi in piena stagione di caccia che non sul finire dell’Ottocento non si rassegna a vivere secondo le regole della società moderna.
È una fuga continua, stremante, spesso dai contorni persino ridicoli (i nostri sono sempre più spiantati, sempre più allo sbando) che costa energie e brucia decine di vite (sono numerosi i membri della carovana che non arrivano a vedere i titoli di coda, a iniziare dallo stesso Arthur Morgan che pur piloteremo per due terzi dell’avventura), resa cavalleresca e idealizzata dalla narrazione esasperata di Dutch. Questo bandito è affascinante e ammaliante: gli basta schioccare le dita perché alcuni dei fuorilegge più temuti del vecchio West si mettano obbedienti a seguire tutti i suoi ordini, persino quelli capricciosi. Ma è pure un tiranno senza scrupoli, pronto a sacrificare i propri uomini per mero puntiglio, disposto a correre incontro la morte (sua ma soprattutto di chi gli sta attorno) pur di non ammettere di aver torto.
Red Dead Redemption finalmente su Switch
Il John di Red Dead Redemption spera di aver chiuso una volta per tutti con Dutch e con i membri della vecchia banda. La moglie, alla fine, è riuscito a fargli mettere la testa a posto: non esistono guadagni facili, dovrà accontentarsi di arare il terreno arido della sua fattoria, la Beecher’s Hope, situata nella regione di Great Plains, in West Elizabeth a due passi da Blackwater, finché le forze glielo consentiranno. Un futuro agro, ma comunque migliore dell’offerta non rifiutabile che gli fanno i federali all’inizio di questo episodio approdato quest’oggi su Switch e PS4: cacciare i suoi vecchi compagni di scorribande se non vuole finire sotto terra assieme alla moglie e al figlio.
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L’opzione per ingrandire i sottotitoli permette a tutti di godere dell’ottima trama e dei dialoghi continui in uno slang americano. Specie su Nintendo Switch, dato che molti degli acquirenti, vista la stagione, lo giocheranno in modalità portatile. Del resto sarebbe davvero un peccato non essere messi nelle condizioni di apprezzare pienamente la sceneggiatura in tre atti di Dan Houser, Michael Unsworth e Christian Cantamessa. Se volete invece scendere maggiormente nel dettaglio delle opzioni tecniche per comprendere se sia meglio la versione Switch o quella PlayStation 4 (risposta abbastanza scontata, tuttavia l’edizione Nintendo riserva sorprese), vi rimandiamo al video che dovreste trovare qua attorno.
Noi abbiamo giocato soprattutto in movimento, godendo quindi appieno delle splendide atmosfere western del titolo Rockstar anche in modalità portatile. Certo: non si tratta di un rifacimento ma di una riproposizione, perciò, al contrario dei recenti Metroid Prime Remastered (qui la recensione) e Quake II (qui la recensione), il motore tecnico è rimasto invariato a quello di 13 anni fa, inclusi il pacchetto delle texture e la mole poligonale.
Il risultato è affine al porting sempre su Switch di The Witcher 3, con la differenza che questa volta sull’ibrida Nintendo non sembrano avvertirsi downgrade di sorta. Tuttavia, specie se giocato su TV molto grandi o dalla risoluzione elevata (difficile comunque che chi ha la Switch la colleghi a schermi 4K), la grafica appare un po’ sporca (ma del resto siamo nel deserto: zona di tempeste di sabbia) mentre fenomeni di pop up e aliasing si fanno maggiormente evidenti. Poteva essere fatto di più? Sicuramente avremmo preferito una remastered al semplice porting, ma siamo comunque di fronte a un evento di per sé storico: l’arrivo di Red Dead Redemption su Switch e questo dovrebbe bastare per mettere a tacere chi avrebbe voluto un’opera di conversione sartoriale (sul prezzo, pari a 49,99 euro, invece, concordiamo: si doveva intervenire per abbassarlo).
L’esborso di un cinquantone, benché sofferto, è comunque in gran parte giustificato dall’offerta contenutistica. Red Dead Redemption include i contenuti bonus dell’edizione Game of the Year e soprattutto Undead Nightmare. Non include, invece, opzioni multigiocatore.
L’extra più corposo è naturalmente lo spin off a tinte horror, un tempo venduto separatamente, che rende il titolo Rockstar un action furioso in cui per sopravvivere è necessario fare fuori orde di non morti. Purtroppo Undead Nightmare è anche l’elemento invecchiato peggio del pacchetto dato che a livello di gameplay si riduce a salvare i sopravvissuti, liberare le città e ripulire i cimiteri, rimbalzando qua e là sulla mappa. A livello di sinossi, comunque, include diverse simpatiche trovate, soprattutto se avete già finito Red Dead Redemption.
Insomma, rigiocare oggi Red Dead Redemption, magari pigramente adagiati su una sdraio a pochi metri dal mare è una esperienza stimolante e gratificante. È un open world con 13 anni sulle spalle e non li nega: la mappa è piccina, specie se comparata a quella del secondo capitolo (che la include parzialmente), le animazioni del cavallo non sono certo quelle degli equini di The Legend of Zelda – Tears of the Kingdom (qui la recensione) e l’esplorazione dei villaggi e delle zone più remote risulta spesso povera di interazioni (Red Dead Redemption II abbondava di incontri casuali e punti di interesse che ci distoglievano piacevolmente dalla missione principale).
Ma, rughe a parte, resta comunque il porting di un titolo che ha fatto la storia e che a cinque anni dal suo debutto ha portato alla nascita di un capolavoro di dimensioni inusitate: è incredibile notare oggi come tutti gli elementi che renderanno quel videogame indimenticabile fossero già presenti nel primo. Questo la dice lunga sulla caratura di Red Dead Redemption. Del resto che altro attendersi dalla software house di GTA? Ora speriamo che l’alleanza tra Rockstar Games e Nintendo prosegua, materializzandosi anche nel porting di Red Dead Redemption 2 magari sul vociferatissimo nuovo modello di Switch previsto per il 2024.