Piccoli videogiochi italiani crescono. Realizzato da una giovane che non aveva alcuna nozione di programmazione, questo punta e clicca tormentato saprà deliziarvi
È un videogioco sviluppato di notte tra mille tormenti che vi porterà a vivere notti, virtuali, tra infinite angosce, Freud’s Bones, punta-e-clicca italiano fresco di approdo su Nintendo Switch. Avevamo incontrato la sua sola autrice, Fortuna Imperatore, aka Axell Fox, giovane laureata campana che si è reinventata game designer, poco prima dello scoppio della pandemia, quando era ancora al lavoro sul codice del gioco. In quell’occasione ci aveva detto di aver “speso tutti gli stipendi per realizzare la demo” e infatti all’epoca aveva “bisogno di trovare chi crede nel mio progetto”.
La notte interminabile di Freud’s Bones
Nel 2020, la campagna Kickstarter ha triplicato il suo obiettivo, raccogliendo 15.500 euro da gamer di tutto il mondo. Una somma che aveva comunque costretto Fortuna a continuare a lavorare di giorno, in una impresa di pulizie e sviluppare Freud’s Bones nottetempo. Una somma comunque di tutto rispetto per una ragazza che aveva subito ammesso di procedere a tentoni, con la sola guida della sua immensa determinazione: “Non sapevo assolutamente nulla di linguaggi di programmazione, non avevo nemmeno ben chiaro quale fosse il tipo di gioco che andavo creando”.
Ora che Freud’s Bones ha finalmente raggiunto tutti i sistemi di gioco, dal PC, via Steam al Nintendo Switch, possiamo confermare che la fiducia di chi ha creduto in Fortuna Imperatore è stata ripagata da un punta e clicca interessante e affascinante, totalmente incentrato sulla figura del padre della psicanalisi. Ma, come si anticipava, la reale protagonista del gioco è la notte, una notte angosciante, interminabile, sia per Freud, in preda a febbricitanti deliri e al vizio delle droghe, sia per i suoi pazienti, che potranno essere guariti o condannati al peggioramento dal nostro agire. Come lo è pure per Vienna, che inizia a vivere il dramma del nazismo.
Un viaggio nel subconscio e nei deliri
Naturalmente, Freud’s Bones dedica gran parte delle 5-6 ore necessarie a terminarlo all’esplorazione dell’inconscio, dello stesso psicanalista e dei suoi pazienti, per scoprire le origini delle rispettive nevrosi. Il titolo, fin dai primi istanti, vi fornisce una moltitudine di nozioni scientifiche, racchiuse in una enciclopedia che però purtroppo finisce col prendere polvere per gran parte dell’avventura, perché alla fine si è indotti a procedere più per caso, magari con metodi sperimentali e arditi, che non con cognizione di causa (medica). Da questo punto di vista, è come se parte del potenziale di Freud’s Bones fosse rimasto inespresso, mai confluito nella versione definitiva che stringiamo tra le mani.
Stessa cosa dicasi per la parte gestionale, peraltro inattesa in una avventura punta e clicca, col nostro che potrà dissipare le finanze tra bordelli, sigari, cocaina e con l’editoria: è una parte di contorno apprezzabile, che aumenta il novero delle cose da fare, ma che finisce con l’essere collaterale rispetto alle attività di indagine, senza mai influire sulle stesse e, quindi, sul prosieguo dell’avventura. Stessa cosa dicasi per le sortite all’Eckman Café finalizzate a trovare possibili finanziatori dei propri stralunati progetti.
Da questo punto di vista, Freud’s Bones è come un cespuglio: tanti sono i rametti secchi e che si interrompono prematuramente, innestati in quella che è la reale natura del gioco (punta e clicca) al fine di indagare nuove vie ludiche. Probabilmente più soldi, più risorse umane dietro al progetto avrebbero consentito a Fortuna Imperatore di deliziarci con un’avventura a tutto tondo, capace di esplorare avvenimenti storici accuratamente riportati a 360 gradi e in molteplici modi. Così non è stato e si può solo cogliere le potenzialità del progetto, che resta comunque affascinante, adulto, senza fronzoli… In una parola, sbalorditivo, tanto più se si pensa che è stato portato avanti, tra mille difficoltà, da un’unica persona.
Per due anni, durante la pandemia, giornali e telegiornali si sono riempiti della parola “resilienza”, fino a renderla inflazionata, persino odiosa. La vera resilienza è quella dimostrata da Fortuna Imperatore, che ha avuto il coraggio di investire tutti i suoi soldi e il suo poco tempo libero in un progetto senza nemmeno avere le competenze tecniche per iniziarlo. Il frutto delle sue notti solitarie, di passione, febbricitanti, è ora qui ed è un tourbillon di eventi ugualmente travolgenti: provandolo, si avverte il suo amore per il gioco, ma anche l’odio che a tratti le ha suscitato, le alte aspettative nutrite e come queste a un certo punto si siano dovute scontrare – in certi casi arrendendosi – con la realtà. Freud’s Bones è un titolo vivo, pulsante, appassionato e appassionante. Tutt’altro che perfetto, ma anche per questo travolgente.