A H-Farm di Roncade bolle una startup che vuole mettere visitatori e aspiranti cuochi intorno alla stessa tavola. Ecco come funziona e quali sono i concorrenti del social eating in salsa turistica
C’è una tendenza sempre più accentuata nelle startup italiane – e non solo, basti pensare a Bon Appetour, da poco sbarcato anche in Italia, Newgusto, VizEat o With Locals – che in vario modo si occupano di cibo. Quella verso il turismo. Non solo Gnammo ha lanciato da poco Special dinner, cioè la possibilità di partecipare a un pasto in un luogo particolare, esclusivo e contraddistinto da una specificità culturale, storica o paesaggistica, ma in quel gran pentolone che è l’incubatore H-Farm di Roncade, in provincia di Treviso, bolle un altro esperimento simile. Dovrebbe vedere la luce a breve.
Come funziona
Si chiama Foody, è ancora in fase di accelerazione (ma gli aspiranti cuochi possono già iscriversi) e sarà una piattaforma per far vivere al viaggiatore l’esperienza di gustare i piatti delle tradizioni locali a casa delle persone, cioè dei cooker. Il principio è più o meno quello di Gnammo – aprire la porta alla socialità a tavola – ma il taglio è completamente turistico. Il target, cioè, è rappresentato da chi è in giro per diletto o per affari, più in linea con Bon Appetour, e non dalla community locale. Non è un caso che lo slogan sia Eat local with local. Con una piccola-grande differenza: che il fooder – così si chiamerà il turista-commensale – potrà non solo partecipare passivamente ma anche sporcarsi le mani. E preparare con i proprietari ciò che finirà in tavola.
Insomma, il turismo enogastronomico che incrocia la sharing economy. Per spendere meno, sfuggire alle dinamiche tradizionali – non sempre soddisfacenti – e tentare di cavalcare quest’inedita ansia da compagnia. Lo abbiamo visto diverse volte, molti studi confermano che l’appetito vien viaggiando: i visitatori non si accontentano più dei tradizionali pacchetti turistici. Vogliono vivere esperienze uniche e autentiche, specialmente intorno al grande luna park della gastronomia. Specialmente in un Paese come l’Italia.
I turisti vogliono esperienze uniche che ruotino intorno al grande luna park della gastronomia
Il team
Il team di Foody è composto da quattro ragazzi tenaci, con quattro storie diverse e background altrettanto differenti: Elena Bisio, Ceo e cofondatrice, laureata in giurisprudenza, Michele Arleo, il Cto che si occupa della parte grafica, Chiara Ricci, brand e social media specialist, con un background di product and food design, e Ilaria Tornati, marketing specialist, laureata in marketing e comunicazione appena rientrata in Italia da un lungo periodo all’estero. A loro si aggiungono altri collaboratori.
“A oggi abbiamo già organizzato con successo diverse esperienze culinarie tra Milano e Venezia – raccontano a The Food Makers – siamo sempre alla ricerca di persone con la passione per la cucina che vogliano mettersi in gioco insieme a noi e stiamo lavorando per poter lanciare online la versione beta della nostra piattaforma che servirà per farci conoscere e creare l’incontro diretto tra il cuoco local della nostra community e il viaggiatore”. “Simple is better, per questo Foody risponde a due semplici esigenze – aggiunge Elena Bisio – quella dei viaggiatori di vivere esperienze culinarie 100% locali sedendosi alla tavola delle persone del posto, cuochi per passione o professione, che vogliono mettersi in gioco ed esprimere la propria passione per la cucina e le proprie tradizioni. Anche Tripadvisor ci dà ragione e conferma che il turista oggi è sempre più viaggiatore e alla ricerca di esperienze e non di pacchetti turistici”.